Prima del via, la mossa della disperazione che tanto ha fatto
discutere. Per non partire dal lato sporco della pista, la Ferrari ha
deciso di sostituire il cambio di Felipe Massa. Una mossa strategica,
ammessa dalla Scuderia che escluso reali problemi tecnici, dettata dalla
necessità di permettere una partenza ad Alonso in settima posizione,
dal lato pulito. Il brasiliano si è sacrificato per la causa. E’ partito
11°, almeno dalla parte buona e, soprattutto, si è reso protagonista di
una gara convincente e a tratti arrembante. Ha chiuso in quarta
posizione con un gran bel sorpasso su Kimi Raikkonen, anch’egli tra i mattatori e poi sesto al traguardo, per poi guardarsi le spalle dal rientro di Jenson Button
(McLaren),quinto. Grazie a questo risultato, la Ferrari ha anche difeso
la seconda piazza nel Mondiale Costruttori dove ha 367 contro i 353 del
team di Woking, che dovrà recuperare a Interlagos i 14 punti di
divario. Grosjean (Lotus), settimo, porta qualche
punticino alla Lotus e si tiene lontano dai guai superando anche, grazie
alle ampie vie di fuga texane, un testacoda iniziale. Nico Hulkenberg (Sauber), ormai prossimo al passaggio in Sauber, conferma con l’ottavo posto la sua solidità e fa meglio di Pastor Maldonado
(Williams) che, per centrare il nono posto, non si fa scrupoli neppure
con il suo compagno di team. Dopo un ruvido duello nelle fasi finali,
infatti, ha la meglio di Bruno Senna (Williams), decimo. E’ un’altra domenica nera per la Mercedes ancora una volta fuori dai punti con entrambi i piloti. Rosberg 13°, Schumacher 16°, recita amaro l’ordine d’arrivo.
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